Superare la paura con l'ipnosi e l'autoipnosi.

di Michele Rittermann

Michele Ritterman è stato allievo di Milton Erickson, Salvador Minuchin, Jay Haley.
Dottore in psicologia clinica, specialista in ipnosi, autrice di lavori sul tema dell'ipnosi e delle terapie familiari, tra gli altri: "L'uso dell'ipnosi nella terapia familiare" Ha lavorato tra l'altro sul tema
della trance come sintomo.
 
Michele Ritterman : Sono in Costa Rica, è un privilegio interagire con persone di tutto il mondo, per le quali è importante prendersi cura degli altri.
Il nostro lavoro è importante, partecipiamo alla creazione di una civiltà più umana. Cosa posso offrirti oggi? Ho studiato con Milton Erickson, il padre dell'ipnoterapia (l'uso dell'ipnosi in un processo terapeutico) con Salvador Minuchin, padre dell'ipnosi sistemica e con Jay Haley (del Mental Research Institute).
Emerge dal mio lavoro che ogni sintomo è suggerito dall'entourage stretto e dalla società.

Oggi riceviamo molti messaggi sul covid. Ogni sintomo può essere una finestra attraverso la quale possiamo vedere un problema, una famiglia, la società. Come terapeuti, più sappiamo dell'unicità della situazione, più possiamo capire quella situazione e aiutare. Perché ogni problema è unico. Come trattare l'ansia?
MR : Innanzitutto va detto che l'ansia “appartiene” a una persona, il sentimento di ansia è specifico di ogni persona.
Faccio ai miei studenti la seguente domanda: a cosa pensi quando pensi al colore rosso? Se fanno la domanda ai loro clienti in un secondo momento, vedranno che le risposte sono molto diverse a seconda dell'individuo. Ad esempio, una persona risponderà che il colore è quello di una rosa e ricorderà l'odore di una rosa, un'altra penserà al sangue e ricorderà la morte dell'animale che amava, ecc. Per l'ansia, allo stesso modo, ognuno fa una particolare associazione. Le domande che poniamo ci permettono di comprendere meglio il significato del problema o dello stato di trance nella persona che stiamo cercando di aiutare. Riguardo alle implicazioni di ciò che stiamo vivendo oggi, il virus ci sta insegnando cose sulla nostra importanza come individui e come membri di collettivi che si aiutano a vicenda.

Quanto sta accadendo è un'occasione per capire cosa significa essere "umani" oggi. Ricordiamo che apparteniamo a qualcosa che è più grande di noi, questo ci aiuta, e ci aiuta anche ad aiutare i nostri clienti. Dovremmo parlare di paura o ansia nel contesto della quarantena?
MR : O l'uno o l'altro, dipende dal paziente o dal cliente.

C'è uno stato di ansia generale nel mondo, c'è ansia a livello globale, tutti si fanno domande: che rischio corro, peggiorerà... A livello individuale, o come membro di una famiglia, piuttosto proviamo paura. Tutti cercano cosa possono fare, cosa dovrebbero fare, come fare la cosa migliore. La paura è un'emozione che ha radici profonde e personali. Come professionisti, vogliamo essere perfetti, sempre migliori, ma abbiamo anche ansia sociale e incertezza. Di fronte a una persona, dobbiamo determinare se prova paura o ansia. Bisogna contestualizzare l'emozione: parlare della paura di una persona in un dato momento, in una data situazione. Quali sono le particolarità dell'ipnosi ericksoniana?
MR : Prima del lavoro di Erickson, l'ipnosi non era un processo, si trattava di interventi specifici e mirati (sulle dipendenze per esempio).
Il suo contributo è stato quello di attivare la mente, l'inconscio delle persone e le loro potenzialità, le loro capacità per trovare risorse e cambiare, ma non solo per un cambiamento puntuale. Una di queste abilità è l'immaginazione, specialmente nei bambini.

Da una paura in un bambino, ricerchiamo esattamente ciò di cui ha paura e aiutiamo a trovare in lui qualcosa che gli permetta di sentirsi in pace, felice o amato. Possono immaginare qualcosa che hanno o non hanno, come un cagnolino. Possiamo suggerire che una persona "sicura" sarà sempre "dentro se stessa", che la amerà sempre. Ci sono persone che hanno un solo ricordo felice nella loro vita e questo ricordo è la loro risorsa. Accompagniamo quindi una persona a trovare dentro di sé un luogo che la aiuti a sentirsi al sicuro, dove riposare, respirare, anche per poco tempo. Alla faccia dell'ipnosi ericksoniana.