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“Prescrivere” la goccia quotidiana di veleno…

Nardone e Balbi (2013) offrono questa prescrizione ad un paziente che non osa entrare in contatto con gli altri per paura del rifiuto: “Ogni giorno esci e vai in un negozio, un negozio qualsiasi, e chiedi qualcosa di banale, minuscolo, con la chiara intenzione che ti verrà detto di no. Questo piccolo “no” quotidiano su una cosa banale e senza importanza è la goccia di veleno che ti permetterà gradualmente di diventare immune al veleno del rifiuto. Ad esempio, quando sei per strada e vedi qualcuno che non ha l'orologio, gli chiedi che ore sono. Vai in un negozio dove sai che non vende un determinato articolo e chiedi proprio quella cosa, con l'intenzione ben precisa di sentirti dire di no. »

Precisano gli autori: «Qui apparentemente stiamo lavorando sulla mente, sulla cognizione, ma quando la persona esce allo scoperto e comincia a chiedere: “Scusi, può darmi il tempo?”, invece di rispondere seccamente con un no, il l'altro risponderà con un sorriso: “Mi dispiace ma non ho l'orologio”. Oppure in un negozio, chiederà un oggetto, la commessa si metterà a cercarlo e si scuserà di non averlo; o meglio ancora, chiederà qualcosa per poi sentirsi dire di no e riceverà un sì. Sarà ancora più sorprendente. È proprio grazie ai suoi tentativi di immunizzarsi dal veleno del rifiuto che si rende conto che gli altri sono gentili anche di fronte ad una richiesta apparentemente bizzarra, e che alla fine lei non viene rifiutata. Questo non le è stato spiegato prima: lo scopre. »

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